Dopo il rientro dei gesuiti in Milano avvenuto nel 1946, la Galleria San Fedele, fondata dal padre gesuita Arcangelo Favaro nel 1949, s’inserisce nella cultura milanese del secondo dopoguerra, come uno tra i tentativi più coerenti di promuovere l’arte contemporanea, al di là di ogni credo religioso o ideologico.

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La Chiesa deve trovare un accordo con la cultura contemporanea, è invitata a dialogare, a confrontarsi. Non può rinchiudersi in cittadelle difensive, nella nostalgia di un potere perduto. Sin dalla nascita, la Galleria è nota per il suo desiderio di dialogare con le espressioni artistiche più rilevanti dell’epoca. Di fatto, vi esporranno alcuni tra i più grandi artisti del tempo, come Lucio Fontana, Henri Matisse, Yves Klein… Il nome della Galleria San Fedele è legato ancora al Premio San Fedele, nato nel 1951 e rivolto ai giovani e alle sperimentazioni artistiche. Nel 1968 s’inaugurano gli spazi della nuova Galleria San Fedele, con una mostra di arte americana, con la collaborazione del conte Giuseppe Panza di Biumo. Una vera e propria sintesi dell’arte contemporanea internazionale, con opere di Marc Rothko, Franz Kline, Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg, Roy Litchenstein, Jean Fautrier, Antoni Tapies.

galsf-154-CASONATOLa Galleria San Fedele continua oggi la sua attività, incentrando la sua riflessione sulle sfide del mondo contemporaneo e confermando il carattere di «sala aperta», in cui si produce cultura, uno stile di pensiero e di vita. Attraverso l’attenzione ai grandi temi del passato la Galleria San Fedele vuole riflettere su come la fede cristiana si incarni nei linguaggi dell’oggi, anche con la produzione di opere che si inseriscono in spazi liturgici, come nella chiesa di San Fedele. In questi anni, sono stati invitati molti artisti contemporanei, da Lawrence Carroll a Joel Meyerowitz, da Giovanni Chiaramonte a Mimmo Paladino, da Ettore Spalletti a Hidetoshi Nagasawa, da Nicola de Maria a Claudio Parmiggiani. L’altro settore è in relazione all’arte come luogo di denuncia politico-sociale. L’arte parla allora di sviluppo della giustizia, in un mondo continuamente attraversato dalla violenza, dall’illegalità e dalla sopraffazione. Riprendendo l’esperienza degli anni ’50, nel 2004 è stato poi ripristinato il Premio San Fedele, il cui intento è di permettere ai giovani di compiere un percorso formativo, di offrire loro un luogo d’incontro, finalizzato alla formazione dei giovani artisti. Con queste caratteristiche, secondo le quali etica ed estetica tendono a coincidere, la Galleria San Fedele non vuole cedere di fronte alla mentalità superficiale e qualunquista, violenta e cinica del nostro tempo.